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Le 10 best practices del perfetto comunicatore

Come si muove il perfetto comunicatore e quali sono le pratiche più efficaci per relazioni pubbliche di successo? La domanda non è banale: chi fa della comunicazione il proprio lavoro sa di aver bisogno di competenze multidisciplinari e un discreto bagaglio di conoscenze pregresse.


Responsabili di un ufficio stampa, account junior o senior account di grandi agenzie di comunicazione, direttori di uffici di relazioni pubbliche aziendali, giornalisti, digital pr: benché non esista un vero e proprio manuale del perfetto comunicatore, esistono delle best practices del settore che fareste bene a non farvi sfuggire. Noi abbiamo pensato che sono 10 quelle effettivamente imprescindibili. Dategli un’occhiata:

 

1. Realizzare un buon database di contatti.

Nomi, cognomi, ambito di interesse, indirizzo di posta elettronica, telefono fisso e, nel migliore dei casi, il numero di telefono cellulare. Un esperto in relazioni pubbliche ha una lista di nomi, di giornalisti e partner, con i quali è in confidenza più stretta; non dimentica, però, di avere un database il più possibile completo e pertinente con il suo ambito di lavoro. I database vanno aggiornati: il perfetto comunicatore lo sa e verifica periodicamente i suoi contatti.

2. Informarsi, aggiornarsi, studiare.   

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Il comunicatore efficace si tiene informato sul mercato di riferimento, si aggiorna sulle novità, legge i giornali e gli articoli dei giornalisti che ha in database. Che sia addetto stampa tradizionale o responsabile di pr digitali, il comunicatore non dimentica di rinnovare le sue competenze, in uno spirito di formazione continua.                                      

3. Pianificare e condividere.

Per un progetto di comunicazione efficace è indispensabile avere un programma pianificato insieme al committente. Obiettivo, destinatari e modalità del progetto sono condivisi dal management dell’azienda e dai collaboratori. Il calendario che specifica tappe operative e scadenze è comunicato in modo chiaro a tutti coloro che vi partecipano, dal direttore creativo all’addetto stampa.

14.2 Multi-tasking4. Delegare.

Il responsabile di un’agenzia di comunicazione, se lavora in un team, distribuisce gli incarichi ai suoi collaboratori con una suddivisione esplicita dei ruoli. Mantiene per sé alcune attività business critical, di revisione o di strategia, ma è in grado di dare fiducia ai suoi collaboratori e di dar loro margine sufficiente di autonomia perché completino un compito.

5. Operare con una prospettiva d’insieme.

Il perfetto comunicatore ha una visione di medio e lungo periodo. Monitora l’obiettivo raggiunto a breve termine, lo confronta con la strategia impostata insieme al cliente, vede connessioni tra più progetti di comunicazione, magari di clienti diversi. Solo una prospettiva ad ampio raggio gli permette di vedere possibilità che lo stesso committente non ha ancora colto.

6. Improvvisare.

Comunicatore d’impresa, ufficio stampa, agenzia di pr digitali lavorano secondo un programma. Quando si organizza un evento o si tiene una conferenza stampa, però, possono accadere imprevisti che richiedono un intervento tempestivo. La sala per la conferenza non è più disponibile? Il relatore si ammala e non può partecipare? Il perfetto comunicatore ha sempre un piano B, una soluzione al contrattempo.

7. Fare promesse che si realizzano. 

                                    
Il migliore consulente di comunicazione non vende fumo. Non promette campagne pubblicitarie che raddoppieranno il fatturato, messaggi sui social media che diventeranno di sicuro virali, conferenze stampa alle quali i giornalisti non partecipano. Il perfetto comunicatore fa quello che dice. Il suo progetto ha obiettivi ragionevoli, che si realizzano.

8. Comunicare in modo sincero con il cliente.   

                                                                                                                         
Il comunicatore d’impresa è in un rapporto privilegiato con l’azienda cliente. Se pensa che una strategia non sia efficace, se vede in una pratica di comunicazione aziendale una debolezza o un errore, lo dice. Non ha timore di contrariare il cliente, perché l’obiettivo è comune: migliorare la visibilità dell’azienda e sviluppare la brand identity.

9. Coltivare empatia e sensibilità. 

Uffici stampa, agenzie di relazioni pubbliche lavorano con le persone. Chiamare al telefono il giornalista, organizzare un’intervista con il direttore generale, invitare i corrispondenti più importanti di una testata alla conferenza stampa è soprattutto un lavoro di relazione. Doti come empatia e sensibilità – sapersi mettere nei panni degli altri, comprendere il loro stato emotivo – aiutano il pr a mettere a proprio agio l’interlocutore e a proporgli la soluzione giusta.

10. Lavorare in modo assertivo.

È l’atteggiamento vincente per impostare la relazione in modo costruttivo e non conflittuale. Gli psicologi spiegano che un atteggiamento assertivo modera le divergenze con l’altro e aiuta a trovare una soluzione. Il perfetto comunicatore è assertivo nella relazione con l’azienda committente, con partner, collaboratori e con i giornalisti.

Abbiamo dimenticato qualcosa? Mandaci un’email, siamo curiosi di sapere se le nostre best practices sono anche le tue!

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