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Definire una strategia di comunicazione per start up è tra i compiti più delicati per un’agenzia.
Le giovani imprese con idee innovative vivono una fase bellissima e pericolosa. Quando la start up inizia, con lei deve partire un progetto di visibilità coerente, dal quale dipende buona parte del suo successo.
Da dove iniziare?
Ci sono dei punti comuni che ogni piano di comunicazione per start up rispetta?
Come trasmettere a investitori, clienti e potenziali clienti, l’entusiasmo di un’idea nuova?
Oggi proveremo a capire come fare corporate branding per una nuova impresa e da dove partire.
Il luogo più naturale è la community on line; la strada per arrivarci richiede competenze di marketing e di social media management.
Comunicazione per start up: il valore
Che cos’è una start up e dove sono i suoi punti di forza?
Parte da questa domanda il tuo piano di comunicazione. Un dialogo stretto con i fondatori aiuterà a comprendere che cosa fare.
Insieme, start up e responsabile della comunicazione definiscono:
- qual è la nuova idea del prodotto/servizio da comunicare
- quale il vantaggio per le persone
- a quali persone si rivolge l’impresa
- quali valori stanno dietro al suo prodotto/servizio.
Le start up sono come pionieri: esplorano territori, sperimentano. Il valore di una start up sta nel saper veicolare la portata del suo messaggio, con un contenuto nuovo e convincente.
Strategia: destinatari e concorrenti
Piano di business e analisi SWOT, – Strengths, punti di forza, Weaknesses, debolezze, Opportunities, opportunità, Threats, minacce – aiutano a pianificare la comunicazione.
Quali sono i clienti e potenziali clienti della start up? Quali le sfide, i rischi e le opportunità dell’impresa?
Per dare la giusta prospettiva alla comunicazione per start up, la prima fase è un’analisi del contesto:
- monitorare il mercato
- esaminare l’offerta dei concorrenti
- studiare come comunicano i concorrenti.
Una strategia di comunicazione è un piano coerente con il marketing, in tutte le aziende. Nel caso della start up, questa sintonia è la prima condizione per cominciare.
Definisci gli obiettivi
Start up e agenzia chiariscono subito quali sono gli obiettivi del piano di comunicazione.
La giovane impresa vuole parlare agli investitori? È alla ricerca di una visibilità a mezzo stampa? Vuole farsi conoscere presso i clienti finali? Ha bisogno di creare prima una rete vendita o di partner sul territorio?
Da queste domande iniziali nasce la fase operativa della comunicazione per start up.
L’analisi strategica permette di scegliere la nicchia di mercato alla quale rivolgersi e i canali migliori. Anche tra i social network, è necessario selezionare le reti più adatte al messaggio e ai destinatari.
Ricorda: agenzie e start up pianificano e condividono un progetto comune e lavorano insieme.
Leggi anche il nostro post sulle Pubbliche relazioni di successo.
Che cos’è una community on line
L’attività di comunicazione per start up ha mosso i primi passi creando logo, pay off e immagine coordinata.
Una volta definita l’immagine aziendale, il salto da compiere è la community.
Una community on line è un luogo virtuale dove le persone si trovano e si confrontano, sulla base di un interesse comune.
Aggregare una comunità attorno all’impresa è un’azione strategica. La community parte da una base di seguaci che non si costruisce a caso, puntando alla quantità. Anche se è virtuale, si tratta di un gruppo tenuto insieme da un interesse specifico: questo legante è organico al valore aggiunto della start up.
Oggi, stare sui social network è vantaggioso per un’azienda solo se raccoglie attorno a sé un coinvolgimento reale. Raggiungere un alto numero di followers passivi, che non commentano e non interagiscono con la pagina, non serve a nulla.
Fare la community: ora viene il bello
La comunità che nasce attorno alla start up potrà avere diversi obiettivi. Il più semplice ha un carattere informativo: si condividono contenuti, idee, pratiche coerenti con i principi ispiratori del gruppo. In quest’ambito rientrano le notizie sull’azienda, sui suoi sviluppi e sulle novità di prodotto, prestando attenzione al tono di voce: la community non nasce per fare pubblicità e vendita diretta, ma per costruirne le basi.
In una comunità si aprono prospettive per conversare, fare relazione, confrontarsi e avviare forme di collaborazione. La community che gravita attorno all’impresa farà, soprattutto, un lavoro per accrescere la visibilità del progetto. Leggi anche alcuni esempi di community ben avviate.
Il community manager
Ogni gruppo ha bisogno di un moderatore. La comunità online va gestita: le persone sono imprevedibili nella vita reale e ancora più imprevedibili nelle comunicazioni virtuali. È importante, o meglio necessario che sia nominato un responsabile dedicato, il community manager.
Le regole più efficaci di una collettività hanno queste caratteristiche:
- poche, ben riconoscibili e comprensibili
- dichiarate in modo esplicito.
La presenza dell’azienda sui canali social sarà delineata da un progetto ben definito; il community manager sa come comportarsi, sempre, anche in caso di un commento negativo, di un messaggio virale, di fake news o di uno scandalo diffuso.
Il responsabile della community lavora accanto al responsabile dell’ufficio stampa e adotta, insieme a lui, tecniche di ascolto per capire che cosa si dice della start up in rete, nei social e sui mercati.
Abbiamo dimenticato qualcosa di importante per la comunicazione per start up?
Hai esempi e buone pratiche da segnalarci? Scrivici, ti aspettiamo.
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