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Errori giornalistici: cosa può fare l’ufficio stampa per evitarli

Errori giornalistici, fraintendimenti e refusi sono tra i rischi più temuti dagli uffici stampa. Può accadere che il giornalista sbagli a pubblicare un nome o una data, oppure che pubblichi una foto assegnandola a un’altra persona o che titoli in modo fuorviante una notizia: sono strafalcioni rari, ma possibili e sono sempre spiacevoli.
Se refusi, errori di scrittura ed errori di battitura sono in genere poco notati dai lettori, un comunicato stampa pubblicato con contenuti male interpretati può generare confusione. Per te, addetto stampa, può diventare un problema, perché il committente del comunicato sarà certo deluso e la richiesta di un errata corrige alla testata giornalistica può rappresentare una risposta tardiva.

C’è un modo, per l’ufficio stampa, di lavorare in anticipo per evitare gli errori giornalistici?

Errori giornalistici: di chi è la colpa?

La responsabilità di ciò che viene pubblicato su un giornale è del giornale, quale che sia la fonte della notizia. Alcuni osservatori rilevano che gli errori giornalistici sono in aumento, un po’ perché, in molti casi, è sparita la fase di controllo del correttore di bozze e un po’ perché i ritmi di lavoro sono più pressanti. Molte testate si sono accorte che, sul lungo periodo, gli strafalcioni contribuiscono a minare la fiducia dei lettori e la reputazione degli organi di stampa e stanno lavorando a dei correttivi.
Gli uffici stampa, del resto, possono dare il loro contributo aiutando a diffondere informazioni chiare, coerenti, a prova di interpretazione. Ricorda:

un comunicato stampa mandato nei tempi giusti, preciso, con materiale puntuale e facile da consultare, riduce il rischio di errori.

Pubblicare foto e didascalie

Nel febbraio 2021 alcuni comuni lombardi videro un picco anomalo di contagi da Covid-19, dovuti alla variante inglese, ed entrarono con urgenza in zona rossa. I quotidiani riportarono la notizia in modo tempestivo, intervistando i sindaci dei municipi coinvolti, ma su alcuni giornali la fotografia di un primo cittadino venne associata, in didascalia, al nome di un’altra persona. Degli errori giornalistici più comuni, questo è forse il più clamoroso.
Confondere nomi e persone è difficile con i personaggi più noti in campo nazionale, ma è ben più probabile con personalità locali. La fretta è sicuramente la causa della didascalia errata e la soluzione, ad articolo pubblicato, è una richiesta di rettifica.
Che cosa puoi fare, da addetto stampa, per evitare confusioni con le fotografie? Consigli pratici:

  • mai mandare file di immagini con nomi di sigle o codici, ma nominare il file con il nome della persona
  • non nominare i file con descrizioni troppo lunghe
  • ripetere le didascalie delle immagini: nel testo del messaggio, in calce al comunicato, in un file dedicato.

Errori di scrittura, refusi nei nomi e nelle date

Meno evidenti, ma sfortunatamente più comuni, sono i cosiddetti refusi: errori di battitura nei nomi e cognomi, nelle date o età anagrafiche, traduzioni o semplificazioni poco corrette di una carica manageriale. Questo genere di inesattezze – che il correttore di bozze di una volta avrebbe risolto – è molto diffuso nei giornali on line, ma si ritrova anche nelle edizioni cartacee e non farebbe piacere al tuo committente.
Puoi prevenire l’insorgere degli errori così:

  • specifica e ripeti più volte il responsabile aziendale, nel testo del messaggio, nei titoli e nel comunicato, citando per esteso nome di battesimo e cognome;
  • presta massima attenzione a riportare date e indicazioni temporali. Per esempio, in un profilo aziendale evita la dicitura “nato venti anni fa”, ma scrivere “nato nel 2001”;
  • riporta nel comunicato cariche manageriali già tradotte in una versione adatta ai giornali, evitando diciture troppo lunghe e complesse.

Ad articolo pubblicato, è utile ricordare che, almeno nelle testate on line, è possibile richiedere la correzione del testo in rete.

Errori nelle caratteristiche tecniche di un prodotto

Le aziende che mandano comunicati stampa di prodotto, corredati di schede tecniche, hanno spesso timore che i giornali pubblichino informazioni in modo impreciso. Il ruolo dei giornali generalisti è, per l’appunto, proprio quello di semplificare e nella sintesi può accadere che sfuggano elementi importanti. Se il titolo dell’articolo e il testo, tuttavia, riportano in modo sostanzialmente fedele le novità principali del prodotto, vista dalle prospettive di chi lo usa, un buon ufficio stampa può anche soprassedere sulle imprecisioni.
Per evitare il più possibile incidenti, devi:

  • mandare una scheda tecnica semplificata, con poche informazioni scritte in modo chiaro, per le testate rivolte al grande pubblico;
  • riservare i dettagli tecnici più approfonditi ai giornalisti esperti e delle riviste specializzate;
  • contattare il giornalista dopo l’invio del comunicato, rendendoti disponibile per chiarimenti in modo tempestivo.

Virgolettati e trascrizioni di interviste

Le dichiarazioni ufficiali sono tra i motivi più comuni di tensione tra un giornalista e l’ufficio stampa. Quante volte un personaggio pubblico ha riferito “Io non ho detto questo”, non rispecchiandosi in quello che scrive il giornalista?
Per ovviare al rischio di questi errori giornalistici, da addetto stampa sei abituato a riportare dichiarazioni già pronte nel comunicato, ma attenzione a come scriverle:

  • evita virgolettati verbosi e troppo lunghi, che il giornalista dovrà comunque sintetizzare;
  • dai un contenuto reale ai virgolettati, non frasi di circostanza;
  • evita affermazioni ambigue;
  • se proprio servono dichiarazioni lunghe, costruisci paragrafi in modo che si possano tagliare facilmente in più parti, comunque di senso compiuto.

Se, invece, il responsabile aziendale sarà intervistato in diretta dal giornalista, preoccupati di prepararlo in anticipo sui contenuti e sul modo di rispondere a un’intervista.

Le ipotesi date per certe

Un comunicato stampa che annuncia un’ipotesi o una tendenza è per natura soggetto a fraintendimenti. Tuttavia, sono molti gli ambiti in cui si rende necessario divulgare una notizia così delicata, per esempio, nei comunicati di ricerche scientifiche, nelle dichiarazioni politiche o sindacali, nelle note stampa dove si manifestano intenzioni ancora non realizzate o progetti in fase di studio.

Prima di scrivere e mandare un comunicato stampa di questo tenore, è bene che agenzia e committente prefigurino che cosa succederà dopo.
Anche quando il giornalista riporterà il comunicato in modo corretto, infatti, una parte di lettori ricorderà l’ipotesi come una certezza.
Se nel comunicato scrivi che l’azienda ha intenzione di realizzare un nuovo capannone, molti penseranno che il capannone è già in fase di costruzione. Se nel report scrivi che la Lombardia ha i dati da zona gialla, molti dedurranno che da domani la Lombardia sarà in zona gialla.
Il consiglio: insieme al committente, rifletti sul messaggio che vuoi diffondere e valuta come bilanciare i contenuti del comunicato.

Hai altri esempi di errori giornalistici, che un buon ufficio stampa avrebbe potuto evitare? Scrivici

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